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Lo sporco che si deposita sulla biancheria personale, le lenzuola e gli asciugamani è sostanzialmente costituito dai grassi e dagli acidi prodotti dal nostro corpo, accompagnati dalle cellule morte che la nostra pelle “scarta” nel suo normale processo di rigenerazione.
La frequenza di lavaggio è strettamente legata alla velocità di accumulo dello sporco, che a sua volta dipende dal grado di pulizia complessiva della persona. Al giorno d’oggi, e soprattutto tra chi ci legge, ben poche sono le persone che si lavano talmente di rado, da sporcare “visibilmente” lenzuola e asciugamani. Il motivo più comune che richiede il lavaggio di questi capi è – soprattutto d’estate – l’accumulo di sudore e dell’odore sgradevole che lo accompagna. Più spesso ci cambiamo e sostituiamo lenzuola e asciugamani, maggiore sarà il numero di bucati che dovremo affrontare.
Ma quanto spesso dobbiamo cambiare e lavare la biancheria? In linea di massima, l’unico tipo di indumenti che possono richiedere un cambio al giorno sono la biancheria intima e – ma solo per chi d’estate suda più della media – eventuali magliette e canottiere che stiano immediatamente a contatto con la pelle sudata. La biancheria meno soggetta a diventare impregnata di sudore e sporco – per esempio, pigiami, camicie da notte e sottovesti – va normalmente “rinfrescata” lasciandola semplicemente asciugare all’aria, e cambiata non più di una volta la settimana. Lenzuola e asciugamani, in una casa dove si rispetta il sano principio di far circolare l’aria regolarmente, d’estate come d’inverno, si possono tranquillamente sostituire e lavare ogni due settimane, o al massimo una volta alla settimana quando si suda più del solito.
Per questo tipo di sporco, è sufficiente il lavaggio con solo sapone. Solo le macchie di sudore particolarmente resistenti richiedono un trattamento speciale, illustrato nel paragrafo sulla biancheria sintetica.
Biancheria personale di cotone e lino
Tutti i capi di dimensioni e peso limitati si lavano meglio a mano che in lavatrice, soprattutto quando il numero di componenti della famiglia è piccolo. Il lavaggio a mano consente di affrontare separatamente indumenti di materiali e colori diversi, senza bisogno di aspettare di accumulare abbastanza “pezzi” di tipo omogeneo da giustificare un ciclo di lavatrice. Lavando a mano si evitano a priori le piccole disattenzioni che rovinano bucati interi e, soprattutto, si impara a distinguere “criticamente” tra capi davvero sporchi e capi che possono essere indossati un’altra volta o due senza compromettere il nostro benessere!
Il vantaggio di selezionare e lavare pochi capi per volta, invece di scaricare automaticamente tutto quel che ci si toglie di dosso nella cesta del bucato, diviene ancora più evidente nelle stagioni intermedie, quando il livello di umidità dell’aria è particolarmente alto e non bilanciato dal riscaldamento: lo spazio e la quantità d’aria necessari per asciugare pochi capi sono limitati e non costringono ad aspettare giorni prima di ritirare la biancheria asciutta. Chi riesce a prendere l’abitudine di lavare a mano a meno che non sia indispensabile la lavatrice si accorgerà ben presto che il tempo da dedicare al bucato viene “automaticamente” diluito in porzioni più accettabili, meglio gestibili e più facili da incastrare persino nelle agende quotidiane dei più impegnati.
I capi bianchi si lavano in acqua calda e sapone; eventuali chiazze giallastre di sudore si scioglieranno praticamente da sole se l’acqua è abbastanza calda (60 gradi) e i capi rimangono a mollo, completamente sommersi, per almeno un paio d’ore o tutta la notte.
Per gli scuri e i colorati, usate acqua tiepida, lasciate in ammollo per non più di dieci minuti e aggiungete un paio di cucchiai di aceto all’acqua dell’ultimo risciacquo se volete evitare che stingano o sbiadiscano. II procedimento è lo stesso per tutti i tipi di capi:
-Mettete in un secchio o in un catino circa quattro litri di acqua e abbastanza sapone in gel da avere una schiuma abbondante.
-Immergete da tre a sei capi per volta, a seconda delle dimensioni. Dopo l’eventuale ammollo, strofinate gli indumenti tra le mani, passando se necessario le parti più sporche con un pezzo di sapone da bucato.
-Togliete gli indumenti lavati dalla saponata, strizzateli bene e metteteli in un secchio con 4-6 litri di acqua fredda. Se l’acqua della saponata è ancora schiumosa, tenetela da parte e usatela per lavare qualcos’altro.
-Sciacquate i panni agitandoli bene e strizzandoli prima di sostituire l’acqua di risciacquo; col sapone fatto a mano, è sufficiente cambiare l’acqua di risciacquo tre volte. Aggiungete un paio di cucchiai di aceto all’acqua dell’ultimo risciacquo per i panni scuri e colorati.
-Strizzate bene, torcendo o comprimendo tra le mani e stendete ad asciugare.
Quando lavare a mano diventa un’abitudine e il numero dei pezzi lavati supera i tre o quattro per volta, conviene tuttavia passare al sistema di lavaggio “misto” che ci hanno insegnato le nostre mamme: in altre parole, si lava a mano e si sciacqua in lavatrice, facendo seguire al risciacquo la centrifuga per tutti i capi e i tessuti che la tollerano. Le lavatrici usano l’acqua per i risciacqui in maniera più efficiente di noi “lavandaie”; la centrifuga elimina una grande quantità di acqua, abbreviando sensibilmente i tempi di asciugatura — e, insieme, ci risparmiano il grosso della fatica, che è proprio quello di sciacquare, sbattere e strizzare.
Biancheria personale di tessuti sintetici o misti
Tutti gli indumenti di tessuti sintetici o misti si lavano sempre meglio a mano che in lavatrice.
Usate acqua fredda o appena tiepida e seguite lo stesso procedimento descritto per la biancheria personale di cotone, evitando però di strizzare torcendo i panni. Lasciate sgocciolare l’acqua in eccesso dopo l’ultimo risciacquo e stendete ad asciugare.
Eventuali chiazze di sudore si trattano prima del lavaggio, strofinando poco bicarbonato asciutto sui panni inumiditi e lasciandolo agire per un paio d’ore prima di immergerli nella saponata. Il bicarbonato è particolarmente efficace nell’eliminare i cattivi odori che i tessuti sintetici, e specialmente quelli di microfibra, tendono ad assorbire e ritenere a lungo; si può pertanto usare anche come deodorante nella cesta dei panni da lavare, soprattutto quando non avete la possibilità di svuotarla regolarmente.
Lenzuola e asciugamani
Con l’affermarsi di una tendenza iniziata negli anni ’60, lenzuola e asciugamani di poliestere e altre fibre sintetiche o miste hanno cominciato a soppiantare la biancheria tradizionale da casa di puro cotone o di lino, mentre sono definitivamente sparite le lenzuola “contadine” di canapa. A fronte di una durata dì “esercizio” teoricamente più lunga, i tessuti sintetici e misti presentano però rischi ambientali non indifferenti a livello sia di produzione, sia di smaltimento degli scarti, che non sono biodegradabili.
Se è vero che l’industria tessile è da sempre una delle più grandi fonti di scarichi inquinanti, e che le coltivazioni intensive di lino e (soprattutto) di cotone contribuiscono sensibilmente al degrado delle falde acquifere sotterranee, la produzione di tessuti sintetici non offre una soluzione ecologicamente più valida: al contrario, e soprattutto da quando il grosso delle operazioni produttive è stato trasferito all’estero, in paesi dove il controllo dell’inquinamento è nullo, la manifattura di filati sintetici finisce con il creare scompensi e disastri ambientali mai raggiunti dalla lavorazione delle fibre naturali.
Il primo impegno che dovremmo prendere, tutti quanti, è dunque di impegnarci seriamente a fare buon uso di quel che abbiamo, imparando a far durare tutti i tessili il più a lungo possibile. Privilegiare le fibre naturali, possibilmente non trattate chimicamente, non può che migliorare ulteriormente la situazione.
Come abbiamo già accennato, il segreto per far durare a lungo lenzuola e asciugamani è di lavarli solo quando serve, evitando trattamenti intensivi non strettamente indispensabili.
Per rimuovere efficacemente lo sporco normale, lenzuola e asciugamani di cotone bianco si lavano in lavatrice a 60 gradi, mentre per quelli di tessuti sintetici e misti la temperatura di lavaggio non deve superare i 40 gradi. Poiché lenzuola e asciugamani vanno lasciati in ammollo per diverse ore, è bene abituarsi ad avviare questo tipo di bucato la sera:
-Avviate il lavaggio mettendo nella vasca della lavatrice una tazza (circa 250 ml) di Gel da bucato e un cucchiaio di bicarbonato, che aiuta a eliminare gli odori sgradevoli e svolge una leggera azione sbiancante.
-Aggiungete abbastanza lenzuola e asciugamani da raggiungere il “pieno carico” (fate riferimento alle istruzioni della vostra lavatrice, alla Tabella 4.2 e ai suggerimenti che la seguono).
-Mettete nella vaschetta dell’ammorbidente un bicchiere di aceto, invece dell’ammorbidente.
-Chiudete lo sportello e avviate un ciclo di lavaggio normale alla temperatura indicata (60 gradi per cotone e lino bianchi, non più di 40 gradi per altri tipi di tessuto e per i colorati).
-Fermate la lavatrice dopo 15 minuti circa e lasciate in ammollo per tutta la notte.
-Il giorno dopo, proseguite il lavaggio, fermando la lavatrice prima della centrifuga se state lavando lenzuola di tessuto sintetico o misto.
Invece di asciugamani di spugna, vicino al lavandino potete tenere delle salviette di cotone a nido d’ape, non più grandi di un asciugamano da bidet, oppure degli asciugamani di lino. Soprattutto nelle famiglie numerose, una gestione oculata di asciugamani e accappatoi può rappresentare risparmi enormi di acqua, energia e sapone.
Tovaglie, tovaglioli e biancheria da cucina
La caratteristica comune di questa “classe” di biancheria è l’alta frequenza di macchie organiche: frutta, verdura, sughi, grasso, tè, caffè e altre sostanze difficili da rimuovere solo con l’aiuto del sapone.
Il segreto per far tornare come nuova tutta la biancheria da cucina è dunque quello di affrontare separatamente macchie e sporco normale.
Il lavaggio potrà poi avvenire a mano o in lavatrice, a seconda delle preferenze individuali e delle dimensioni dei singoli “pezzi”. In genere, la biancheria da cucina, dopo eventuali trattamenti di smacchiatura, può essere lavata in lavatrice insieme a lenzuola e asciugamani (bianco col bianco, colorati coi colorati).
Soprattutto dove l’acqua è più calcarea, può essere opportuno candeggiare occasionalmente, ma mai sistematicamente, i tessuti bianchi di cotone o di lino.