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I racconti dell’orrore in tema di abiti da lavare si sprecano. Chi di noi non ha mai mischiato capi bianchi e colorati, scoprendo poi che la biancheria di tutta la famiglia era diventata di un rosa impresentabile? O è stato tentato, solamente per risparmiare un pò, di lavare a mano un capo adatto al solo lavaggio a secco?
Una manutenzione corretta conserva a lungo e in buone condizioni la biancheria di casa, l’abbigliamento e gli accessori.
Nel corso di questa guida illustreremo come procedere per evitare gli errori più comuni e ottenere un bucato perfetto.
Il bucato
Prendersi cura regolarmente e in maniera appropriata dei propri panni è il modo migliore per assicurarne una lunga durata. Per questo:
-non lasciate che la biancheria diventi troppo sporca;
-riponete i panni sporchi in un luogo fresco e asciutto, possibilmente per non più di 15 giorni.
Quando ci si appresta a fare il bucato il primo passo è quello di procedere a un’accurata selezione degli indumenti da lavare
-leggete attentamente le istruzioni di lavaggio che trovate stampate sull’etichetta di tutti i capi;
-separate gli indumenti di fibre diverse (lana, seta, cotone e lino, sintetici e misti), distinguendo tra quelli che possono essere messi in lavatrice da quelli che vanno lavati a mano;
-dividete i capi molto colorati da quelli bianchi o tinta pastello e lavate separatamente. Il tessuto bianco o chiaro potrebbe diventare grigiastro e assorbire i colori più forti. Se accadesse, prima lavate il capo macchiato da solo ed eventualmente poi trattate con la candeggina delicata per colorati;
-pretrattate le macchie particolari, soprattutto quelle di unto, con sapone di Marsiglia o un apposito smacchiatore: il solo lavaggio ad acqua non è in grado di rimuoverle;
-decidete se è il caso di lasciare in ammollo la biancheria in base al grado di sporcizia.
Prima di lavare
-chiudete le cerniere e i ganci;
-svuotate tutte le tasche (le monete possono danneggiare la lavatrice, i fazzoletti di carta si riducono in mille pezzi e possono attaccarsi al resto del bucato e le banconote sono difficilmente sostituibili).
Il detersivo
Lavare significa togliere lo sporco dai panni attraverso la combinazione di un’azione chimica (detersivo) e una meccanica (strofinamento a mano o per mezzo della macchina). Ecco come si svolgono le diverse tappe
-la biancheria viene bagnata: questo procedimento è facilitato dagli agenti tensioattivi che riducono la tensione superficiale della biancheria e aumentano il potere bagnante;
-lo sporco viene eliminato: il detersivo deve rimuovere la sporcizia, qualunque sia la sua origine, e ciò non è semplice. Ecco perché i detersivi sono una potente miscela, a dosi variabili, di vari elementi. Oltre ai tensioattivi, ingredienti principali, contengono anche sostanze alcaline, enzimi, agenti sbiancanti e additivi senza una specifica azione pulente, come profumi, sbiancanti ottici e conservanti. Non tutti gli ingredienti sono indispensabili o hanno lo stesso peso sull’ambiente: conoscere la formulazione dei detersivi e la loro azione aiuta nella scelta.
Il mercato dei detergenti tende a un continuo rinnovamento proponendo nuovi prodotti e diversificando l’offerta. Il risultato è la moltiplicazione del numero dei detersivi. L’obiettivo è soddisfare, anticipare o addirittura inventare nuove esigenze dei consumatori.
I prodotti delicati soddisfano l’approccio “light” alla vita e ai consumi, anche i detersivi diventano più leggeri, non aggrediscono i tessuti e si pensa siano meno aggressivi con l’ambiente. Non sono, però, da considerare innocui per fiumi e laghi e occorre verificarne l’efficacia contro lo sporco. Dai test risulta, per esempio, che i detergenti per tessuti delicati sono più efficaci a mano che in lavatrice.
Le confezioni micro sono in linea con la tendenza a compattare. Dalle polveri classiche si è passati a quelle compatte e in tavoletta, con un minore danno ambientale, a patto di ridurre le dosi seguendo le indicazioni del produttore.
I detersivi universali ottengono un grande successo per il bucato in lavatrice. Sono concepiti per fibre tessili di qualsiasi origine, attivi a tutte le temperature ed efficaci nella maggior parte dei casi. Prodotti per capi scuri, specifici per non stingere il nero, contengono sostanze particolari che, attraverso reazioni chimiche, fissano il pigmento scuro sul tessuto. Salvaguardano il colore, ma sono poco efficaci contro lo sporco, in particolare contro le macchie di origine proteica. Per ottenere un buon risultato occorre smacchiare prima di mettere il capo in lavatrice.
Ogni anno in Europa si utilizzano più di 3 milioni di tonnellate di detersivi in polvere, un costo per l’ecosistema ma anche per il portafoglio. Proponiamo qualche consiglio per salvaguardare l’ambiente e risparmiare.
-Lavare a basse temperature, da 30 °C a 40 °C, permette di risparmiare molta energia. Un lavaggio a 90 °C consuma due volte e mezzo in più.
-Per le macchie ostinate è più efficace trattare il tessuto prima del lavaggio con il sapone o un prodotto specifico, invece di aumentare la quantità di detersivo o la temperatura.
-L’ammollo, nel lavandino o nella lavatrice spenta, fa risparmiare fino al 10-20% di detersivo.
-Una bassa temperatura preserva i vestiti dall’usura e rispetta le fibre e i colori. In genere, in etichetta, sono consigliati 30 °C o 40 °C.
-Acquistate le confezioni famiglia solo se fate bucati molto frequenti. I detersivi invecchiano e perdono di efficacia, in particolare se contengono enzimi specifici contro le macchie.
-Non superate mai le dosi di detersivo indicate in etichetta. Oltre all’inquinamento e al costo maggiore, il rischio è di ottenere un bucato risciacquato male: le lavatrici di nuova generazione usano meno acqua.
-Attenzione all’uso dei detersivi concentrati, nonostante l’indicazione della quantità consigliata, la tendenza è di usare la medesima quantità richiesta per i prodotti diluiti.
-I detersivi che contengono sapone di Marsiglia sono leggermente meno inquinanti ma contengono comunque numerose sostanze industriali dannose per mari e fiumi: usateli con accortezza.
-I detersivi liquidi non sono più ecologici di quelli in polvere, è preferibile limitarne l’uso solo ai capi delicati: sono meno efficaci contro le macchie.
L’ammollo
L’antica pratica di lasciare a bagno in acqua e detersivo la biancheria per alcune ore è particolarmente indicata per gli indumenti molto sporchi che, con il normale lavaggio in lavatrice, potrebbero non pulirsi perfettamente. L’ammollo garantisce una più facile e completa rimozione dello sporco anche ai capi da lavare a mano. Se non si possiede un lavatoio o un lavandino di grosse dimensioni, la vasca è il posto migliore per l’ammollo, anche se il programma è presente oggi in tutte le lavatrici. Attenzione, il detersivo (in polvere o liquido) utilizzato deve essere adatto al tipo di tessuto e deve essere sciolto completamente, prima di immergere gli indumenti. Nel caso sia necessario lavare l’indumento in acqua fredda, sciogliete prima il detersivo in un recipiente con acqua calda e poi unitelo alla fredda. Se i capi possono sopportare l’acqua tiepida, lasciate a bagno per circa mezz’ora, se invece l’acqua deve essere fredda l’ammollo dovrà durare una notte.
Come Fare il Bucato a mano
Il lavaggio a mano è consigliato per gli indumenti che non sopportano la centrifuga e per i capi che, pur lavabili in lavatrice, possono stingere e macchiare gli altri. Per verificare se un indumento stinge, inumidite un angolo e poi stendete sulla parte bagnata un vecchio fazzoletto bianco o una qualsiasi altra stoffa, purché bianca e di cotone, e stirate con il ferro al minimo. Se il tessuto rilascia colore sulla stoffa bianca significa che ha la tendenza a stingere. Alcuni colori sbiadiscono più facilmente, per esempio, il rosso e il blu scuro.
Per il bucato a mano, usate sapone in scaglie (vanno bene anche gli avanzi di saponette) o un detersivo specifico. Il detergente deve essere completamente disciolto prima di immergervi gli indumenti. Il metodo migliore è quello già consigliato per l’ammollo: sciogliete il detersivo in un piccolo recipiente di acqua molto calda, poi aggiungetelo all’acqua più fredda del bucato. È sempre consigliabile indossare guanti per lavare a mano, ma occorre controllare la temperatura dell’acqua prima di indossarli: valutare con i guanti se è adeguata è difficile. Risciacquate più volte il capo come avviene in lavatrice.
Per eliminare l’acqua, per alcuni indumenti può essere utilizzato il programma di risciacquo e di centrifuga della lavatrice. Se il tessuto non lo consente, strizzate delicatamente il capo e stendetelo su un asciugamano, in modo che questo assorba l’eccesso di acqua. I maglioni di lana, abbastanza strizzati, possono esseri appesi ad asciugare su di un appendiabiti perché non perdano la forma, altrimenti lasciateli stesi in piano.
Come Fare il Bucato in lavatrice
I programmi di lavaggio a disposizione nelle moderne lavatrici consentono di affrontare praticamente ogni tipo di bucato. Ma non sempre con risultati impeccabili: lavare contemporaneamente diverse tipologie di indumenti costringe spesso a scendere a compromessi. Per essere certi di ottenere una pulitura ottimale, ogni capo andrebbe trattato come riportato nelle istruzioni di lavaggio, ma un carico omogeneo di biancheria in una famiglia normale richiede di accumulare panni sporchi per giorni e giorni, oppure azionare la lavatrice quasi a vuoto, con conseguente spreco di energia. Non sono una vera soluzione nemmeno i modelli dotati del tasto di mezzo carico: non consumano la metà di acqua ed elettricità rispetto al lavaggio a pieno carico.
La lavatrice è comunque uno strumento irrinunciabile e nessuno tornerebbe al bucato a mano, forse più efficace ma certamente molto più faticoso. Perciò ecco qualche consiglio pratico per ottenere buoni risultati:
-non caricate mai troppo il cestello.
-suddividete la biancheria prima di metterla in macchina: bucato bianco (che sopporta alte temperature); capi colorati (temperatura massima 60 °C); biancheria delicata (da 30 °C a 40 °C). Eventualmente lavate a parte la biancheria molto sporca;
-trattate le macchie (ruggine, vino, inchiostro, caffè, tè, cioccolato) che non scompaiono con semplice acqua e detersivo, utilizzando uno smacchiatore appropriato, prima di effettuare il lavaggio;
-vuotate le tasche, srotolate le maniche, slacciate i bottoni e chiudete le cerniere lampo; staccate i bottoni non perfettamente affrancati e le altre parti metalliche che a contatto con l’acqua potrebbero arrugginire;
-girate a rovescio i capi in tessuto delicato e quelli con scritte e ricami: potrebbero rovinarsi sfregando contro gli altri indumenti;
-sistemate gli indumenti particolarmente delicati (quelli di lana, per esempio), in una federa bianca di cotone, per evitare danni provocati dal contatto con gli altri capi o dall’essere sballottati nel cestello della lavatrice;
-sciacquate bene: il bucato non risciacquato abbastanza diventa grigio e ruvido.
Sono numerosi i modelli in commercio dotati di infinite funzioni che devono essere valutate al momento dell’acquisto. Esaminiamo insieme le caratteristiche principali:
-capacità: i modelli più diffusi possono lavare 6 chili di biancheria di cotone, ma la quantità diminuisce a non più di 2 o 3 chili se i tessuti da mettere in lavatrice sono sintetici o delicati;
-velocità della centrifuga: è il numero di giri che il cestello effettua in un minuto a fare la differenza. Le lavatrici di bassa gamma effettuano 600 giri, le più diffuse da 800 a 1.200, le fasce superiori raggiungono i 1.600. Maggiore è il numero dei giri, più asciutta è la biancheria alla fine del lavaggio, ma attenzione: con una centrifuga troppo energica è più difficile eliminare le pieghe dai tessuti quando si stira;
-programmi: sono numerosi, ma i più utilizzati sono solo 4 o 5;
-selettore di temperatura: è utile perché permette di selezionare la temperatura in base al tessuto e al grado di sporco;
-mezzo carico: questa funzione consente di risparmiare acqua ed energia quando la lavatrice funziona con un carico inferiore a quello nominale. È dimezzato il bucato, ma non il costo, per risparmiare è meglio riempire il cestello;
-arresto prima della centrifuga: si strizzano i panni solo al momento di stendere, è utile per evitare la formazione di pieghe;
-esclusione della centrifuga: permette di effettuare solo il risciacquo e lo scarico dell’acqua, è utile per capi delicati;
-selettore di velocità della centrifuga: è possibile scegliere, o ridurre secondo i modelli, il numero di giri della centrifuga. Consente di adattare l’energia della centrifuga alla composizione del tessuto;
-risciacquo extra: punto debole di alcuni modelli è il risciacquo insufficiente, questa funzione permette un risciacquo in più. Particolarmente efficace per i capi neri che tendono a conservare l’alone di detersivo;
-partenza differita: è la possibilità di stabilire l’ora di inizio del lavaggio. È utile per evitare che funzioni contemporaneamente ad altri elettrodomestici;
-protezione allagamenti: è una funzione importante per prevenire gli allagamenti in caso di rottura dell’elettrodomestico;
-fuzzy logic: alcuni modelli sono dotati di sensori in grado di programmare il lavaggio. Il numero di giri della centrifuga, la quantità di acqua e di detersivo vengono determinati automaticamente in base alla quantità di biancheria e al grado di sporcizia.
Non lasciate i panni bagnati in lavatrice, ma stendeteli subito per evitare la comparsa di muffa. Per la stessa ragione, lavate e asciugate non appena possibile i costumi da bagno umidi o gli indumenti inzuppati dalla pioggia.
Biancheria di Casa
Asciugamani, tovaglie e centrini richiedono trattamenti specifici per garantire l’igiene, eliminare le macchie e rispettare i tessuti. Come per tutti gli altri oggetti della casa, un corretto lavaggio aiuterà a mantenere la biancheria più bella più a lungo.
Nelle pagine che seguono proponiamo alcuni consigli su come procedere.
Asciugamani e accappatoi
Lavate alla temperatura più alta consentita dal tipo di tessuto. In genere, sono di cotone e sopportano bene anche un lavaggio in lavatrice a 60°C. Anche il lino, utilizzato per la biancheria di particolare pregio, resiste alle alte temperature, ma non altrettanto eventuali ricami o intarsi di pizzo.
L’ammorbidente rende il tessuto meno assorbente e più sporchevole: aggiungetelo all’ultimo risciacquo non più di una volta su tre.
Centrini
Lavate ad acqua o a secco secondo il filato. Stirate prestando attenzione a non allargare i buchi. Se vengono lavati insieme a capi con cerniere, ganci o bottoni, devono essere protetti mettendoli in una federa.
Pizzi e merletti
Affidate i pizzi di valore o antichi a uno specialista. Lavate a mano gli altri con un detersivo per delicati che non contenga candeggina: potrebbe danneggiarli. Se il pizzo di un capo è lavato separatamente, riproducetene la sua sagoma prima del lavaggio in modo da riposizionarlo nel modo giusto. Smacchiate i pizzi, se necessario, prima di lavarli.
Fateli asciugare stesi sopra un telo bianco. Fate attenzione alla luce diretta del sole che può ingiallirli.
Coprite l’asse da stiro con un asciugamano bianco prima di procedere alla stiratura, stendete il pizzo a rovescio, copritelo con un panno e premete sopra con il ferro appena tiepido.
Strofinacci da cucina
Dopo averli lavati in lavatrice ad alta temperatura (insieme a tovaglie e asciugamani), ripassate gli strofinacci che usate per asciugare i piatti in una soluzione leggermente inamidata: non lasceranno pelucchi sulle stoviglie di porcellana e di vetro.
Se il lavaggio avviene insieme ad altri indumenti a una bassa temperatura, stirate con il ferro a vapore: ha un effetto sterilizzante.
Tovaglie e tovaglioli
È la biancheria che mette più a dura prova detersivi, lavatrici e… massaie, per la varietà e abbondanza di macchie ostiche.
Capi di Abbigliamento
Una cura adeguata allunga la vita degli abiti. Ecco qualche consiglio
-la sera, controllate la presenza di macchie, fili pendenti o bottoni mancanti;
-eliminate eventuali pelucchi con l’apposita spazzola oppure avvolgendo del nastro adesivo intorno alle dita (con la parte adesiva sull’esterno) e picchiettando sulla stoffa;
-non indossate lo stesso abito per due giorni consecutivi;
-se i vestiti già indossati sono ancora puliti, fate prendere aria prima di riporli nell’armadio. Gli abiti tendono ad assorbire gli odori, esterni e del corpo: si dissolvono più velocemente in una stanza aerata che in un ripostiglio o in un cassetto;
-spazzolate i capi (soprattutto giacche e abiti) prima di indossarli;
-se il tessuto è diventato lucido in qualche punto, trattate con un panno impregnato di aceto e acqua (10 ml di aceto bianco in 250 ml di acqua).
Lavate gli abiti prima di riporli per il cambio di stagione, a fine estate e in primavera. Evitate di usare l’ammorbidente: potrebbe favorire la formazione di muffa.
Non occorre stirarli: lo farete quando tornerà di nuovo il clima giusto per indossarli. Riponete i vestiti in un luogo asciutto protetti con un antitarme.
Abbigliamento da barca
Non lasciate alla rinfusa l’abbigliamento da barca, potrebbe sgualcirsi e, peggio ancora, ammuffire.
-Maglioni irlandesi (Guernseys): lavateli a mano, sciacquateli e poi fate andare brevemente la centrifuga mettendoli in una federa. Fateli asciugare sullo stendibiancheria, rigirandoli più volte. Non lasciateli distesi su un piano: impiegano molto tempo ad asciugare per la lavorazione fitta della maglia e potrebbero ammuffire.
-Maglioni di lana pesante: è preferibile lavarli a mano. Immergeteli in una soluzione di acqua fredda e detersivo per capi delicati, poi risciacquateli, sempre con acqua fredda. Non strofinateli né torceteli. Centrifugate brevemente in lavatrice, poi fateli asciugare su di una superficie piana.
-Maglioni di lana idrorepellente: lavateli il meno possibile, il lavaggio rimuove il trattamento idrorepellente. Usate una soluzione calda con scaglie di sapone e risciacquate in acqua calda e 5 ml di olio d’oliva. Lasciateli asciugare distesi.
-Cerate: non lavatele. Strofinate solo il collo e i polsini con del liquido per piatti puro, poi sciacquate con una spugna bagnata.
Calzini bianchi
Per un buon risultato aggiungete 30 ml di bicarbonato di sodio all’acqua del lavaggio e qualche goccia di succo di limone a quella del risciacquo.
Cappelli
Pulite secondo il materiale. Togliete le macchie da feltro e velluto con un solvente per l’unto e poi vaporizzate con il getto del ferro da stiro a vapore. Riponeteli riempiendoli con carta velina per mantenere la foggia. Eliminate la polvere dai cappelli di paglia spazzolandoli.
Completi da calcio
Le macchie di erba sono il problema maggiore. Prima del lavaggio, tamponate le tracce con alcol denaturato (ma non su acetati o triacetati) e risciacquate. Se il tessuto è da trattare solo a secco, ricoprite la macchia con una miscela di sale e cremortartaro in parti uguali e lasciate riposare per 15 minuti. Spazzolate e ripetete l’operazione se la macchia non sparisce.
Completi da tennis
Lasciate ogni tanto i vestiti bianchi, come i calzoncini da tennis o le magliette, in ammollo in una soluzione a base di detersivo biologico: rimarranno brillanti.
Costumi da bagno
Sciacquateli sempre in acqua fresca dopo il bagno (in piscina o in mare che sia) e asciugate subito. È molto importante rimuovere il cloro, il sale e ogni residuo di crema solare. Rispettate le indicazioni per il lavaggio contenute sull’etichetta. Non lasciate il costume bagnato in una borsa di plastica per più di un paio d’ore: la muffa può rovinarlo in modo irreparabile. Se è utilizzato spesso, deve essere lavato con regolarità. In genere, può essere lavato in lavatrice, ma senza strizzarlo; mettetelo nell’asciugatrice o ad asciugare sul calorifero.
Giacconi da equitazione
Non lavate né con acqua né a secco. In assenza di altre istruzioni, spazzolate con uno spazzolino per unghie imbevuto di una soluzione detergente delicata. Tenete presente che occorre passare anche sulle parti pulite, per non formare striature.
Passate poi uno straccio umido su tutta la superficie, asciugate delicatamente con un asciugamano e appendete per farlo asciugare. Non trattate mai la parte interna del giaccone.
Pellicce
Fatele lavare a secco. A casa, battetele con un battipanni e lisciatele con una spazzola dura. Date sempre una scrollatina prima di indossarle. Fate attenzione a non sedetevi sopra la pelliccia per non consumare la parte posteriore. Se si bagnano, lasciatele asciugare su un appendiabiti lontano da fonti di calore.
Non riponetele mai nella plastica, ma usate sacche di cotone o seta e appendiabiti imbottiti. I capi di valore resteranno belli più a lungo se lasciati in un posto fresco durante i mesi più caldi dell’anno. Quelli non indossati spesso dovrebbero essere spolverati e scrollati di tanto in tanto.
L’asciugatura
Meno acqua resta nel bucato, più in fretta questo asciugherà una volta steso. Ecco alcuni consigli
-non fate asciugare i capi colorati in pieno sole o con un forte vento, possono scolorirsi a macchie: un punto all’ombra o un locale ben aerato sono i luoghi più adatti;
-piegate correttamente lenzuola, asciugamani e tovaglie prima di stenderli, tendendoli leggermente, sarà meno faticoso stirarli;
-fate asciugare i capi in lana su una superficie piana, dopo averli avvolti in un asciugamano di spugna.
Con l’asciugatrice
-controllate l’etichetta di manutenzione e verificate se la biancheria sopporta l’asciugatura in macchina. In genere, l’uso è sconsigliato per esempio per la lana. Può succedere che il cotone non trattato si restringa se asciugato in macchina;
-non riempite eccessivamente il cestello per permettere all’aria di circolare, ma tenete presente che utilizzando l’apparecchio a pieno carico si possono ridurre i costi di utilizzo. Controllate la capacità, non sempre è la medesima della lavatrice, nei modelli slim può essere particolarmente ridotta.
-per non avere pieghe ostinate non lasciate raffreddare la biancheria in macchina. Se pensate di stirare il bucato immediatamente, non fatelo asciugare a fondo;
-pulite il filtro della macchina dopo ogni utilizzo per fare funzionare efficacemente l’apparecchio.
Stirare
Stirare significa eliminare ogni traccia di stropicciamento.
Gli indumenti in fibre naturali (cotone o lino) per essere stirati efficacemente devono mantenere un certo tasso di umidità, quindi non lasciateli asciugare troppo. Per semplificare l’operazione:
Se i vostri abiti sono stropicciati e non avete la possibilità di stirarli, appendeteli nel bagno quando è saturo di vapore: le pieghe si distenderanno.
-smistate la biancheria in gruppi, dividendola secondo la temperatura a cui deve essere stirata;
-iniziate con gli indumenti da stirare a bassa temperatura per passare poi a quelli che necessitano di temperature più elevate.
La qualità del ferro da stiro è indispensabile per risparmiare tempo e fatica quando si stira: tramontato il modello “a secco”, la scelta è tra il ferro a vapore classico e quello con generatore di vapore separato.
I ferri a vapore hanno il serbatoio dell’acqua incorporato nell’apparecchio, hanno un costo minore dei ferri con caldaia e sono indicati per chi non ha una grande quantità di biancheria da stirare. Ecco le caratteristiche principali:
-serbatoio: in genere non supera i 300 ml, maggiore è la capacità più è pesante l’apparecchio. È possibile ricaricarlo mentre è in funzione: occorre staccare la spina dalla presa elettrica prima di rabboccare l’acqua;
-cavo: è preferibile evitare l’uso di prolunghe, la lunghezza deve coprire la distanza tra presa elettrica e asse da stiro. Lungo, in genere, da 2 a 3 metri, può essere multidirezionale, utile per orientare il ferro in tutte le direzioni;
-dispositivo anticalcare: è possibile utilizzare l’acqua corrente per ricaricare quasi tutti i modelli. L’eliminazione del calcare può essere effettuata sostituendo le cartucce che lo raccolgono, pulendo con aceto la specifica valvola estraibile o tramite “shock termico” (acqua fredda spruzzata sulle incrostazioni calde);
-piastra: può essere in acciaio inossidabile, smaltato o ricoperto da teflon, oppure in alluminio o leghe metalliche ricoperte da polimeri. L’acciaio si scalda più lentamente, ma conserva più a lungo il calore dopo lo spegnimento. Le piastre in alluminio hanno il rendimento peggiore;
-spray vaporizzatore: consente di spruzzare acqua sui tessuti, facilita l’eliminazione delle pieghe più ostinate;
-vapore: alcuni modelli offrono la possibilità di regolare la quantità di vapore, in genere si utilizza sempre la portata massima. Più utile il “colpo di vapore”, un getto supplementare per facilitare la stiratura dei capi stropicciati.
Il ferro a vapore con caldaia separata è più ingombrante, ma ha più autonomia, produce più vapore e rende più facile la stiratura, accorciando i tempi di lavoro. Occorre tuttavia aspettare più a lungo che l’apparecchio sia pronto per l’uso ed è quindi scomodo per aggiustare velocemente solo la piega di un capo. Le sue caratteristiche principali sono le seguenti
-cavo: sono due, uno collegato alla rete elettrica, nell’altro passa il vapore;
-rabbocco continuo: è la possibilità di aggiungere acqua senza attendere che il ferro si raffreddi. Permette di stirare senza interruzioni;
-serbatoio: può essere incorporato oppure separato ed estraibile. Nei modelli con serbatoio estraibile è più facile la ricarica e la pulizia.
Seguite sempre le istruzioni di manutenzione indicate dal produttore per pulire l’interno e la piastra. Se l’eliminazione del calcare non avviene automaticamente, occorre provvedere a una pulizia periodica, soprattutto nelle zone dove l’acqua è particolarmente dura. Adoperate i prodotti per disincrostare consigliati dai produttori. Alcuni ferri da stiro contengono una cartuccia incorporata che deve essere sostituita quando cambia il colore perché evidenzia un eccesso di incrostazioni.
Per eliminare eventuali bruciature dalla piastra, adoperate un ferro da calza in acciaio ben appuntito quando il ferro è staccato dalla corrente, facendo attenzione a non raschiare la superficie.
I residui di appretto possono essere eliminati strofinando del sapone sulla piastra ancora tiepida, ricordate però di scollegare sempre l’apparecchio dalla corrente elettrica prima di procedere.
Lavaggio a secco
È un processo di pulitura indispensabile per gli indumenti che non possono essere lavati in acqua. Ma, a volte, la dicitura “solo lavaggio a secco” è una semplice precauzione del produttore per evitare che l’indumento si scolorisca oppure si restringa. Se si intende lavare ad acqua un capo che il fabbricante consiglia di trattare a secco, è preferibile lavarlo separatamente e procedere solo se non è troppo pregiato o il costo dei lavaggi a secco supera il suo valore reale, perché potrebbe rovinarsi.
In etichetta, i simboli di lavaggio a secco a volte specificano il solvente da usare (vedi figura 1 ); occorre verificare quale utilizzano in tintoria. L’uso della sostanza chimica chiamata fluorocarbonio è stato vietato per problemi di carattere ambientale.
Gli indumenti recanti il simbolo F possono essere puliti con il percloroetilene: le tintorie specializzate sanno come dosarlo per ottenere un buon risultato.
In genere, al di là delle indicazioni in etichetta, è consigliabile lavare a secco
-gli abiti su misura: perdono la forma se lavati ad acqua;
-il jersey di lana (se non è specificato che può essere lavato ad acqua);
-capi con decorazioni particolari;
-qualsiasi indumento che sia composto da più tessuti. Il lavaggio ad acqua potrebbe infatti provocare lo scolorimento o il restringimento di alcune parti.