Gli scrocchetti magnetici sono pratici ed efficaci, durano a lungo e sono semplici da installare.
Numerosi mobili moderni si chiudono mediante cerniere a molla che hanno quindi una doppia funzione (cerniera e fermo). Tuttavia, sono a volte difficili da posizionare, perché occorre incassarle. Le chiusure magnetiche, invece, si installano facilmente e possono essere unite a cerniere poco visibili o decorative. Ne esistono numerosi modelli, che presentano molti punti in comune. Uno scrocchetto magnetico è composto da due parti: lo scrocchetto stesso, comprendente uno o due calamite generalmente montate su molla (il che offre una certa elasticità alla chiusura) e una piastrina, spesso una semplice piastra metallica. Lo scrocchetto è fissato sull’infisso e la piastrina sull’anta. Il tipo di scrocchetto più diffuso presenta un corpo in plastica con due calamite e si fissa in superficie sul montante o sulla traversa dell’infisso dell’anta; la piastrina è una piastra metallica fissata con due viti sul telaio dell’anta.
Lo scrocchetto magnetico ha generalmente una forza di 4 kg, occorre cioè esercitare una trazione di 4 kg sull’anta per aprirla (il che richiede l’impiego di un pomello per anta). Esistono anche dei modelli con trazione di 6 o 12 kg. Degli scrocchetti dello stesso tipo, ma ad una sola calamita, possono avere una forza di 3, 4, 5 o 6 kg. Sono disponibili in bianco o in marrone.
Gli scrocchetti magnetici rotondi sono un po’ meno visibili; si fissano anch’essi in superficie mediante due viti. Si trovano anche scrocchetti d’angolo, da porre nell’intersezione del montante e della traversa. Sceglierete ovviamente la capacità di trazione in funzione del peso dell’anta. Per i pensili da cucina o per un mobile piccolo (comodino) sarà sufficiente una forza di 4 o 5 kg. Al contrario, le ante pesanti degli armadi devono ricevere uno scrocchetto avente una forza di 6 o addirittura 12 kg. I fabbricanti, consci del carattere poco estetico di queste chiusure, hanno posto sul mercato dei modelli nettamente più discreti: gli scrocchetti extra-piatti. Con lo stesso intendimento, sono stati
prodotti degli scrocchetti da incasso, che possono essere cubici o cilindrici. La posa è piuttosto semplice: a seconda dei modelli, occorre praticare un foro di 14, 16 o 19 mm di diametro (basta quindi utilizzare una semplice punta per legno piatta montata su trapano). Questi modelli da incasso hanno una forza di 3, 4 o 5 kg.
Infine, esistono anche degli scrocchetti magnetici da aprire a pressione (scrocchetti a rimando), che evitano quindi di utilizzare i pomelli per ante. Quando si spinge il battente, un sistema a molla fa oscillare la calamita e respinge la piastrina: l’anta si apre da sola.
La posa degli scrocchetti magnetici non presenta difficoltà. Nel caso di un’anta posata in superficie, occorre avere cura di porre la faccia con le calamite molto vicina al bordo esterno del telaio, lasciando giusto lo spazio per la piastrina. Se si tratta di un’anta incassata, lo scrocchetto deve essere proprio al limite della scanalatura (può anche fungere da fermo quando non esiste scanalatura). Per determinare la posizione della piastra metallica, passate un po’ di gesso sulle calamite e spingete l’anta; la piastrina dovrà essere posata nel punto nel quale il gesso ha lasciato i segni. Gli scrocchetti a sfera sono più datati ma presentano più o meno le stesse caratteristiche di quelli magnetici: è sufficiente tirare l’anta per aprirla, senza dover sbloccare manualmente il sistema. Anche in questo caso, esistono numerosi modelli, nei quali a volte la sfera è sostituita da una rotella. La posa è un po’ delicata, perché bisogna mettere la piastrina sporgente propria di fronte allo scrocchetto. A volte sono in metallo ottonato o cromato.