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Hai montato un termostato Vimar e vuoi impostarlo senza perdere un pomeriggio tra tasti e menù? Sei nel posto giusto. Con pochi passaggi chiari puoi far lavorare l’impianto come vuoi tu, tagliando sprechi e mantenendo la casa alla temperatura giusta. Non serve essere tecnici: serve metodo. E, sì, un pizzico di pazienza all’inizio ripaga per tutta la stagione.
Individua il tuo modello e l’impianto che comanda
Prima di toccare qualsiasi impostazione conviene capire che cosa hai davanti e che cosa controlla. Vimar produce termostati semplici, cronotermostati con programmazione settimanale e modelli connessi che dialogano con l’app e con la domotica. L’interfaccia cambia da modello a modello, però la logica di base è sempre la stessa: scegli una temperatura, decidi quando mantenerla e definisci come il dispositivo deve reagire.
Il secondo tassello è l’impianto. Radiatori in ghisa o in alluminio reagiscono in fretta; il pavimento radiante è lento e costante; i ventilconvettori sono rapidi ma sensibili all’aria ambiente; una pompa di calore preferisce cicli lunghi e regolari, mentre la caldaia tradizionale sopporta accensioni più frequenti. Perché tutto questo conta? Perché la stessa impostazione sul termostato produce effetti diversi a seconda di cosa c’è “dietro”. Se il sistema è a bassa temperatura non ha senso impostare alti e bassi serrati durante la giornata: meglio un profilo più dolce. Se invece hai radiatori, puoi permetterti salite e discese più rapide.
Un’ultima osservazione pratica riguarda la posizione del dispositivo. Un termostato vicino a una finestra spifferante o sopra un termosifone legge valori sbilanciati e prende decisioni sbagliate. Se non puoi riposizionarlo, non disperare: più avanti vedremo come correggere con l’offset.
Prime impostazioni: ora, modalità e temperature
La prima accensione è il momento di mettere ordine. Imposta giorno e ora: sembra banale, ma la programmazione settimanale si appoggia proprio all’orologio interno. Subito dopo scegli la modalità operativa. In modalità manuale il termostato mantiene una sola temperatura finché non la cambi. In modalità automatica segue il programma che gli indichi. C’è poi la protezione antigelo, che mantiene un valore minimo per evitare danni quando non sei in casa per parecchi giorni.
Arriviamo al cuore del comfort: le temperature di riferimento. Definisci una soglia “comfort” e una soglia “eco”. Molti utenti si trovano bene con 20 °C per le ore di presenza e 17–18 °C per la notte o per le assenze brevi. In una casa ben isolata puoi scendere di mezzo grado senza accorgertene; in un edificio più vecchio forse preferirai stare un filo più in alto. L’importante è non rincorrere il termometro avanti e indietro: scegli valori sensati e concedi all’impianto il tempo di raggiungerli.
Se l’interfaccia del tuo Vimar prevede “scenari” o profili rapidi, usa quelli per iniziare. Di solito prevedono una coppia comfort/eco già pronta e ti chiedono solo gli orari. È un modo semplice per evitare di perdersi nei dettagli e vedere subito risultati concreti.
Programmazione settimanale senza complicazioni
La programmazione è dove il termostato diventa davvero tuo alleato. L’errore più comune è creare una mappa oraria troppo complicata. Invece conviene pensare a blocchi. Se lavori fuori casa, una finestra di comfort al mattino e una alla sera è spesso sufficiente. Se lavori da casa, aggiungi un plateau centrale leggero e mantieni il resto in eco. Nel weekend puoi allungare la fascia di comfort diurna, perché i ritmi cambiano.
La domanda che tutti fanno è sempre la stessa: “Devo anticipare l’orario per svegliarmi già alla temperatura giusta?”. La risposta è sì, ma di quanto dipende dal tipo di impianto. Con i radiatori bastano spesso 20–30 minuti di anticipo; con il pavimento radiante serve di più. Qui entra in gioco il tuo occhio: prova per due o tre giorni, osserva e ritocca di un quarto d’ora alla volta. Non è una scienza esatta, è una messa a punto. Dopo la prima settimana avrai un grafico mentale della tua casa.
Un trucco semplice consiste nel copiare il programma dal lunedì al venerdì e poi ritoccare sabato e domenica. È più rapido ed evita incoerenze tra giorni contigui. Un altro accorgimento è lasciare sempre almeno un’ora di eco continua tra una finestra di comfort e l’altra, così l’impianto ha modo di “respirare” e non scatta per cinque minuti a vuoto. Se invece vivi in una zona molto umida o in montagna, potresti preferire salti più morbidi per tenere a bada condensa e stratificazioni d’aria.
Parametri che fanno la differenza: isteresi, offset e antigelo
Dentro il menù avanzato di molti termostati Vimar trovi alcune voci che, se capite, migliorano molto l’esperienza. L’isteresi definisce la finestra entro la quale il dispositivo decide se accendere o spegnere. Una finestra stretta rende la temperatura più “tirata”, ma può generare molti cicli ON/OFF; una finestra larga riduce gli avvii e rende la marcia più regolare, utile con pompe di calore e pavimenti radianti. Se non sai da dove partire, scegli un valore medio e guarda come reagisce la casa per qualche giorno.
L’offset è la correzione della lettura. Se il termostato è su una parete fredda può leggere, per dire, 19,5 °C quando al centro stanza ci sono 20,0 °C. Con un termometro affidabile fai un confronto e applichi la correzione di qualche decimo. È un ritocco che spesso risolve l’impressione di “freddo cronico” o “caldo ingiustificato” senza cambiare niente nell’impianto.
La funzione antigelo merita due righe in più. Di base è fissata a un valore prudente, intorno ai 5 °C, per proteggere tubazioni e componenti. Alcuni modelli permettono di alzarla, utile nelle seconde case o nei locali tecnici. Se stai via a lungo, puoi combinare antigelo e programma “Assenza” per ridurre consumi e dormire tranquillo.
Wi-Fi e domotica Vimar: collegamento e controllo remoto
Se il tuo termostato è connesso, puoi gestirlo dallo smartphone e integrarlo con la domotica Vimar. Il flusso tipico è semplice: metti il dispositivo in abbinamento, segui le istruzioni sul display, collega alla rete di casa e registra l’impianto nell’app. Da lì controlli temperature, programmi, scenari e, in alcuni ecosistemi, puoi legare il riscaldamento ad altri eventi, come l’apertura delle finestre o la geolocalizzazione del telefono.
Perché conviene? Perché la vita non segue sempre gli orari impostati la domenica sera. Se rientri prima, alzi di mezzo grado mezz’ora prima di arrivare. Se decidi di fermarti fuori, attivi la modalità “Away” senza dover riprogrammare tutto. Non serve esagerare: il controllo remoto deve aiutare, non trasformarti in un pilota di Formula 1 del termostato. La regola d’oro resta la stessa: profilo stabile, ritocchi solo quando cambiano le circostanze.
Una nota di buon senso riguarda il Wi-Fi. Se cambi router o password, ricordati di rifare l’associazione. Quando il dispositivo risulta “assente” nell’app, spesso è solo una questione di rete. E no, non c’è da ricreare la programmazione: di solito resta memorizzata a bordo.
Se l’impianto è a pavimento: logica lenta, comfort stabile
Il pavimento radiante è una maratona, non uno sprint. Il calore sale per diffusione e l’inerzia è notevole. Questo significa che le finestre di comfort devono essere più ampie e i salti di temperatura più piccoli. Se alzi e abbassi di due gradi in poche ore, inseguirai sempre un bersaglio che si sposta. Meglio scegliere un valore di comfort realistico, mantenere un eco leggero quando non serve tutta la potenza e lavorare con un’isteresi un po’ più larga. Il risultato è un ambiente uniforme e consumi coerenti con l’inerzia del sistema.
Un aneddoto che spiega tutto: un lettore mi scriveva disperato perché la casa “non stava mai al passo”. Aveva creato tre picchi di comfort di un’ora con un pavimento radiante. Dopo una chiacchierata ha impostato due plateau ampi, offset di +0,2 °C perché il termostato era vicino a un vano scala e isteresi leggermente più generosa. Tre giorni dopo, messaggio secco: “È diventato noioso, ma perfetto”. Quando la climatica è noiosa, stai vincendo.
Risoluzione dei problemi più comuni
Può capitare di non vedere accendersi la caldaia anche se sul display hai impostato una temperatura superiore a quella ambiente. La prima verifica è banale: il dispositivo è davvero in modalità manuale o automatica e non in antigelo o off? Se tutto è a posto, guarda l’icona del relè o la spia di funzionamento: se è attiva ma l’impianto non parte, controlla che il cavo di comando sia correttamente collegato ai morsetti della caldaia. Se non ti senti sicuro, chiama l’installatore: non è una sconfitta, è buonsenso.
Altro tema ricorrente sono letture “ballerine”. Correnti d’aria, raggi diretti del sole, elettrodomestici caldi nelle vicinanze: tutto può confondere la sonda. Sposta eventuali fonti di disturbo, verifica con un termometro al centro stanza e usa l’offset. Se la casa fa grandi sbalzi tra piano giorno e piano notte, valuta un secondo punto di misura o una suddivisione per zone: è meglio regolare due ambienti bene che uno solo male.
Manutenzione e sicurezza: piccole attenzioni che contano
Il termostato non chiede molto. Tieni pulito il frontale con un panno asciutto o leggermente umido, senza solventi. Non coprire le feritoie laterali perché è da lì che passa l’aria che la sonda “annusa”. Se tinteggi la parete, proteggi il dispositivo: una goccia di vernice sugli ingressi d’aria vale come una sciarpa in estate e falserebbe la lettura.
Sul fronte sicurezza, i collegamenti elettrici devono essere realizzati da personale qualificato. Anche se il contatto è “pulito”, stai comunque interagendo con un impianto che può essere collegato alla rete. Se devi spostare il dispositivo o cambiare modo di comando, spegni la caldaia e togli alimentazione. Sono gesti semplici che evitano guai.
Quando serve il reset e come farlo senza panico
Talvolta l’impostazione perfetta è sepolta sotto anni di prove. In questi casi fare un reset ai valori di fabbrica libera il campo. Prima di procedere, fotografi le schermate così puoi ricreare la tua routine in pochi minuti. Dopo il ripristino, riparti dall’orologio, imposti comfort ed eco, programmi la settimana con due blocchi semplici e verifichi per tre giorni. Solo dopo tocchi isteresi e offset. È più rapido di quanto sembri e soprattutto elimina “stranezze” dovute a combinazioni di opzioni dimenticate.
Una tabella di marcia
Proviamo a raccontarla come la faresti tu, passo dopo passo. Arrivi davanti al termostato, imposti ora e giorno. Scegli 20 °C come comfort, 17,5 °C come eco. Copi il programma dal lunedì al venerdì con due blocchi, mattina e sera. Per il weekend allunghi la finestra diurna. Attivi la protezione antigelo. Lasci lavorare tutto per tre giorni senza toccare nulla. Se al mattino arrivi corto, anticipi di venti minuti; se ti svegli sudato, posticipi di un quarto d’ora. Misuri la temperatura al centro stanza e, se c’è disallineamento, applichi un offset di qualche decimo. Verifichi la frequenza degli avvii e, se sono troppi, allarghi l’isteresi. A questo punto, ti dimentichi del termostato. E quando la settimana successiva ti accorgi che la casa è stabile, capisci che la “magia” era solo metodo.
Domande che potresti avere proprio adesso
Ti stai chiedendo se conviene davvero abbassare di notte? In molte case sì, ma senza esagerare: mezzo grado o un grado sono sufficienti per risparmiare senza creare corse al recupero. E se lavori su turni? Punta su scenari rapidi nell’app o prepara due programmi diversi e attiva quello giusto il giorno prima, evitando di riscrivere ogni volta tutto. Hai timore di lasciare il cane in casa al freddo quando parti? Imposta un eco non troppo basso e usa “Away” per le assenze più lunghe. Vivi in condominio con caldaia centralizzata? Il termostato regola solo la tua porzione, ma può comunque fare la differenza, soprattutto gestendo bene le ore in cui i circuiti sono attivi.
Conclusioni
Impostare un termostato Vimar non è un rompicapo. Metti in fila poche decisioni sensate, le traduci in orari chiari e lasci che l’impianto faccia il suo mestiere