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Quando arriva l’estate, spunta col caldo il «problema» della traspirazione e dell’odore che ne deriva.
La «puzza» di sudore viene considerata un problema per la vita sociale, e pare direttamente proporzionale al grado di sviluppo e di progresso della società, all’elevato tenore di vita, al tipo di lavoro svolto e al tipo di gente che si frequenta.
Periodicamente, dunque, ma puntuali, anno dopo anno arrivano «Saponi che non piantano in asso», spray che consentono «di non passare da casa» creme che durano otto giorni «anche dopo molti bagni o docce», toccasana obbligatori per coloro che hanno l’ascella micidiale o il sudore che tramortisce.
Nelle moderne civiltà occidentali si considera l’odore ascellare offensivo, ripulsivo e da eliminare a tutti i costi.
Perciò, parallelamente all’eliminazione di tutti gli odori naturali, considerati spregevoli, se ne creano di artificiali non meno fastidiosi, ma accettati per induzione, con conseguente uso sempre più generalizzato di deodoranti, maschili e femminili, la cui efficacia è certamente inferiore di quanto non proclami la pubblicità. In effetti, se il numero di prodotti cresce sempre di più, vuol dire che non si è ancora trovato quello ideale che non crea irritazioni e allergie e che lo studio dell’odore corporeo, la conoscenza delle sostanze chimiche responsabili dell’odore e dei meccanismi di controllo della loro formazione, è diventato il mezzo per inserirsi nel business antiodorifico.
La termoregolazione
Le ghiandole che producono il sudore si trovano sparse in tutto il corpo e servono a regolarne la temperatura. Entrano in funzione soprattutto quando la temperatura esterna supera quella corporea, che è di trentasette gradi, allora il calore non può essere smaltito per convenzione, conduzione o irraggiamento, bensì attraverso l’evaporazione dell’acqua tramite il sudore o la respirazione per via polmonare. Ogni giorno, in condizioni di riposo, produciamo circa mezzo litro di sudore, quantità questa che aumenta di molto facendo esercizio fisico, durante lo sforzo, il lavoro pesante, se fa molto caldo. Anche nell’aria che espiriamo vi è una percentuale di umidità (acqua) che viene così dispersa.
Un perfetto sistema frigorifero
La ghiandola sudorifera funziona né più né meno come un conduttore termico. Anche a riposo o facendo pochissimo lavoro produce sudore che ha la funzione di trasferire calore dall’interno verso l’esterno realizzando in questo modo il raffreddamento. Questo detto molto semplicemente. In realtà è il più efficace sistema di termoregolazione che si conosca attualmente. Questo sudore di mantenimento è formato quasi dal 99% di acqua e non ha nessun odore.
A differenza di queste (accrine), altre ghiandole (apocrine) che si trovano nell’ascella, sull’addome, nella zona del capezzolo, quella perianale, del pube e degli organi genitali esterni, producono un liquido, in quantità inferiore rispetto alle prime, ma più intenso, viscoso, lattiginoso e con odore pungente che varia a seconda dello stato fisico in cui uno si trova.
L’attività di queste ghiandole è controllata direttamente dagli ormoni sessuali. Ecco perché il sudore dei bambini è praticamente inodore. Sulla intensità dell’odore influisce anche il tipo di batteri che sono più diffusi punto di sbocco si trova nel follicolo pilifero vicino a quello di una ghiandola sebacea.
I metodi della lotta all’odore
Secondo i produttori di deodoranti, lavarsi con acqua e sapone non è sufficiente ad allontanare del tutto la flora batterica della pelle responsabile della degradazione enzimatica del sudore.
La maggior parte dei deodoranti in commercio è basata sull’attività antibatterica calibrata di certi prodotti chimici. Dato che pare che i maggiori responsabili siano i batteri del tipo Gram-positivo, si usa l’azione specifica di agenti battericidi contro di essi. Oppure si segue la strada degli anti enzimi, interrompendo l’evolversi degli eventi che producono l’odore, operando sull’enzima del batterio e fermandone l’azione. Altri metodi ancora attaccano l’odore appena formato facendolo modificare con sostanze interagenti o utilizzano profumi o oli essenziali con qualità cosmetica coprente, modificante, nonché batteriostatica. Alla fine ci sono anche gli antisudoriferi, che riducono l’attività delle ghiandole sudorifere, bloccandone la produzione.
I deodoranti in commercio
Si possono trovare in bottigliette spray, a pompetta, in stick, in tubetto, roll-on, in crema, in saponetta, in polvere.
Per i deodoranti liquidi, tenete presente che il principio attivo è sempre immerso in una soluzione idroalcolica, sostanza aggressiva della pelle. E inoltre che alla fine è l’azione coprente del profumo che confonde o nasconde il cattivo odore, perché appunto la secrezione non si può fermare e anzi è bene che non si faccia.
Consigli
Non si deve collegare l’idea di pulito e di freschezza con il profumo. Il «vero» pulito (e anche quello «sufficiente») viene dall’acqua e sapone. Inoltre l’alcol contenuto nei profumi, acque di colonia, eau de toilette, essenze, fa male alla pelle.
L’odore del sudore è un odore naturale e con il moto e col caldo è inevitabile sia negli altri che in noi stessi.
Basta lavarsi a fondo una volta o due al giorno con un sapone qualsiasi, per mitigare l’odore.
Usare maglieria intima di fibre naturali: cotone soprattutto.
Le fibre sintetiche, ancorché belle, facili da stirare e lavare hanno una peggiore interazione col sudore, conservando, ingrandendo e peggiorando il cattivo odore.
Cambiare gli indumenti a contatto con la pelle almeno una volta al giorno.
La pubblicità, prendendo di mira le donne, crea l’idea che il sesso femminile sia più sporco, sudaticcio, maleodorante, da evitare. Le donne della pubblicità sono desiderabili solo se sono appena uscite dal bagno o dalla doccia e hanno usato almeno mezzo litro di bagno schiuma, un flacone di shampoo e tre saponette. Un modo subdolo per indurle a spendere soldi inutilmente, che perpetua una antica concezione negativa che vuole la donna sporca e impura.